LE PROBABILITA' DI SUCCESSO DELLA SCUOLA SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI ALLA CAPACITA' DEGLI INSEGNANTI DI COLLEGARE LA SCUOLA STESSA AL MONDO DEI "NATIVI DIGITALI" PER DOTARLI DI STRUMENTI CHE CONSENTANO LORO DI RICICLARSI IN UN MERCATO DEL LAVORO IN COSTANTE E RAPIDA TRASFORMAZIONE

mercoledì 8 luglio 2009

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE ONOREVOLE GELMINI

Il video qui sotto è nato per soddisfare una mia irrefrenabile esigenza catartica suscitatami dalla osservazioni inspiegabili con cui il Ministro Gelmini ha commentato l’incremento di bocciature registrato questo anno.
La mia sorpresa ed indignazione è diventata incontenibile quando ho scoperto che Washington stava per ospitare il “Global Education Competitiveness Summit”, un incontro fortemente voluto dai vertici della politica Americana - consapevole di quanto incida negativamente sull’economia il fallimento di parte degli studenti - fra i propri leader e i leader dall’Australia, la Finlandia, Singapore e Canada, paesi che ottengono risultati eccellenti nel campo dell’Istruzione. L’America, convita che sia indispensabile rilanciare il suo sistema scolastico per tornare ad essere competitiva e far fronte alle mutate necessità della società della conoscenza del 21° secolo, ha organizzato un Summit per scoprire i segreti di chi ha già successo allo scopo di scoprire come sviluppare abilità per il terzo millennio e energizzare l’innovazione che trascina la crescita economica.
Mentre l’Onorevole Gelmini ci teneva a precisare come il fallimento da parte di tanti dei nostri ragazzi fosse una palese dimostrazione dell’efficacia e, soprattutto, della meritocrazia del nostro sistema scolastico, dall’altra parte dell’oceano emergevano alcune pratiche ricorrenti che caratterizzano una scuola efficace: prima fra tutti il collegamento di formazione e assunzione e l’aggiornamento costante e obbligatorio per il personale insegnante, nonché test formativi per gli alunni. Quanto il nostro sistema scolastico sia tradizionalmente ben lontano dal tale modus operandi è stato molte volte sottolineato da studiosi di fama indiscussa: mi è sorto il dubbio che forse all’Onorevole tutto ciò non fosse noto, da qui il mio modesto tentativo di fare un collage di dati OECD-CERI, interviste, conferenze e articoli di autorevoli uomini di cultura, di foto (Flickr) e musica (Jamendo) in Creative Commons per dare forma ai molti dubbi che affollano la mia coscienza di cittadina, la mia etica di insegnante, la mia mente di long-life learner ed il mio cuore di madre.

mercoledì 1 luglio 2009

NUOVA RICERCA AMERICANA DIMOSTRA CHE IL “BLENDED LEARNING” E’ ESTREMAMENTE EFFICACE.

E’ stata appena pubblicata dal Minstero dell’Istruzione americano una Ricerca su 46 studi che hanno messo a confronto l’istruzione tradizionale e l’istruzione on line: i risultati hanno concluso che il “blended learning” (ovvero l’apprendimento che includa sia l’insegnamento tradizionale che quello reperibile in Internet) è più efficace dei singoli approcci da soli. Inoltre l’utilizzare risorse on line produce, da solo, risultati migliori di quanto non lo faccia l’insegnamento tradizionale in presenza dell’insegnante.

Il Segretario all’Istruzione americano Arnie Duncan ha commentato la notizia ribadendo la necessità per gli insegnanti di incorporare giornalmente contenuto digitale nelle loro lezioni.

La possibilità che l’efficacia sia dovuta all’incremento dei tempi di apprendimento cui il blended learning esponga il discente e non allo strumento in sé, non mi sembra ridimensionare significativamentel’importanza di un concreto incremento del successo, che è la meta più desiderata da ogni insegnante che abbia la propria professione a cuore.

Più di interesse, forse, è la scoperta della carenza di studi sperimentali dal 1996 al 2006 che dovrebbe stimolare un approccio più scientifico del confronto fra blended learning e apprendimento tradizionale